16 apr 2017 - posted by Dott.ssa Vincenza Pasquile
recensione artistica Associazione Culturale "Tutti Suonati"
foto ufficiali: Gianluigi Iovino
La sua linea tematica è quella del "viaggio", presente nel mondo animale come in quello umano.
"Migrazioni" istintive o consapevoli: forza rigeneratrice che spinge tutti gli esseri viventi
alla conservazione della specie, dettata da esigenza, necessità o sopravvivenza.
La scelta del titolo è costituita di due sintagmi morfologici: "migratori" qualificante la natura di pesci o uccelli che risalgono le acque gelide dei fiumi del nord (come i salmoni) o si recano nei paesi caldi (come le rondini) per istinto, e "migranti" che vedono uomini spinti da motivi diversi e da fini altrettanto vari a recarsi di luogo in luogo in ogni tempo. "Migranti" che, come un termine in codice, indica uno status, un'essenza. Essere che ricerca la propria identità e la propria dignità in quanto essere, per l'appunto.
Come in un tam tam ideale tutti giungono a raccolta ( Vaso - Marco Fusco ) e come in un circo, quello della vita, si muovono verso una meta lontana ( La ruota del tempo – Marco Vecchio).
Le prospettive del vicino e del distante si annullano. Che si tratti di arrivi o partenze da un'isola come Stromboli o Lampedusa non è determinante. L'importante è lo sguardo aperto verso l'orizzonte: di barche dapprima ferme a riva e poi protese al largo in uno scorcio di mare ( Approdi – Nicola Guarini).
Migranti sono anche gli ecclesiastici che vanno in missione ad incarnare l'Evangelo
(Migranti – Giuseppe Di Muro). Come pure lo sono insieme cetacei e umani (Salvatore padre e figlio con Balena vagabonda e Ritratto prima della partenza).
Ancora file di persone, apparentemente rinchiuse in una forma inesistente, dirette non si sa dove ( Horizon – Michele Attianese).
Una gabbia e degli uccelli, simbolo eterno di schiavitù e libertà. L'uomo e la bestia sempre sospesi tra Fato e scelte ( Gabbia senza titolo- Marco Pellizzola).
E come ripreso dal racconto epico dell'eroe troiano in cui Enea si carica del grave peso del padre per trascinarlo via da Troia in fiamme, nella contemporaneità Anchise vive la sua angosciante solitudine: un padre e un figlio non si rincontreranno mai
(La solitudine di Anchise- Nicola Tricarico).
D'improvviso appare "la Medusa" come una zattera di Gericault ante litteram, dove il naufragio in atto può essere la visione apocalittica di qualunque tragedia. Un giudizio universale che non ruota attorno ad un vessillo ma su cui echeggia un suono cupo e sordo. Contemporaneamente al turbinio dimenato di corpi straziati dal dolore, si distacca la madre-umanità che abbraccia, proteggendolo, il suo figliolo.
Idealmente l'istinto di conservazione è lì come nell'Incendio di Borgo di Raffaello e nella Guernica di Picasso. I riferimenti "classici" sono oramai presenti sotto forma di quinta scenografica, il segreto della vita (il nodo d'amore madre-figlio).
Simbolo fortissimo di amore, procreazione, continuità della vita stessa.
La vita non si ferma, la vita si ricrea ( Medusa – Amedeo Ternullo).
Poi, ancora, un'Ofelia acquatica, cristallizzata negli abissi marini: inquietante analogia di migranti dispersi…( Lethe - Eliana Petrizzi) come di chi indosserà scarpe non sue a continuare il viaggio intrapreso da altri ( Mare clandestino – Ico Gasparri).
Questa esposizione è al contempo anche il viaggio espressivo dei ventiquattro artisti che espongono attraverso modi, tecniche, materiali, esperienze raccontate senza retorica.
Le tecniche e i materiali usati, tanti: ceramica, ferro, colori ad olio ed acrilici, resine, catrame, cartone pressato, latte schiacciate, impressione fotografica.
Materiali semplici e fragili come la carta e simboli come le croci di Afeltra ( Da sere…orto) a significare la fragilità umana di ungarettiana memoria.
Tecniche miste a voler, con bruciature, tagli ed inserti, ricordare quasi Burri ( In volo dal fumo nero- Ernesto Terlizzi).
Materiali resistenti, indistruttibili come il plexiglass : un Jasper Jones tecnico e modernissimo che, al di là della struttura scheletrica di una "statica" nave , lascia solo intravedere, ad uno sguardo più attento, l' esplicito riferimento all'intolleranza dietro l'apparente unità e pluralità di bandiere e paesi diversi ( Intolerance – Giuseppe Rescigno).
I riferimenti alle correnti artistiche, altrettanti : dall'Informale alla pop-art, dal figurativo al concettuale all'astratto.
In definitiva un'avventura, quella dello spettatore, che alla stregua di mitici viaggi di memoria epica introduce alla conoscenza di un mondo immaginifico: possibile ed insieme reale.
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